News Data pubblicazione: 27-10-2020

Smart working: cosa è cambiato?

Il 2020 sarà ricordato (anche) come l’anno dello smart working

 

Il 2020 sarà ricordato (anche) come l’anno dello smart working.

Se prima dell’emergenza Coronavirus erano soltanto il 58% le aziende italiane che concedevano ai dipendenti la possibilità di lavorare da remoto, con lo scoppio della pandemia il ricorso massiccio allo smart working ha aperto una nuova grande opportunità.

Tanti sono stati, e saranno, i cambiamenti che questo nuovo modo di lavorare sta producendo nella vita di tutti. Ecco alcuni esempi. 


1) Lo smart working ha svuotato gli uffici e tolto a molte persone il bisogno di restare in città.

Innanzitutto il lavoro da casa ha letteralmente cambiato il volto alle grandi metropoli.

Dopo Londra, “abbandonata” dai pendolari, anche a New York il lavoro agile ha svuotato le strade centrali dando nuova vita alle periferie. Milano è praticamente mezza vuota a causa del fenomeno del South Working, ossia il trasferimento/la fuga dei lavoratori e degli studenti fuori sede rientrati nelle città e nei paesini del Sud, ora più vivi che mai.

Dalla viabilità, ai trasporti, dal commercio al mercato immobiliare, i cambiamenti urbani sono sempre più visibili e impattanti. Sicuramente un punto di partenza per ragionare sul futuro della vivibilità in città.


2) Sono mutati i processi lavorativi: i paradigmi classici dell’organizzazione delle imprese sono ormai superati. 

Le aziende hanno nuove modulazioni degli orari e nuove organizzazioni degli spazi. Il miglioramento dei sistemi di allocazione delle risorse in termini di tempi professionali e personali dei lavoratori, hanno già mostrato risultati positivi. Si lavora di più in remoto, i lavoratori sono più responsabilizzati e attenti agli obiettivi aziendali. Tuttavia non sono mancate le difficoltà, come la conciliazione tra tempi di lavoro e famiglia (soprattutto per le donne) e la gestione della didattica a distanza per chi ha figli, oltre che l’adeguamento degli spazi abitativi.


3) É cambiata la comunicazione tra i gruppi di lavoro.

Gli ultimi mesi le video call sono diventate centrali e fondamentali nelle vite di ognuno di noi. Ci si è dovuti adattare ad un isolamento sociale che ha fatto crescere in noi la spinta ad utilizzare piattaforme e app che non tutti conoscevano.

Zoom è stata la regina indiscussa della quarantena, Google ha reso gratuita l'applicazione Meet e Microsoft Teams si è imposta nei luoghi di lavoro e nel mondo della scuola.

Abbiamo finalmente ottimizzato i tempi di interminabili riunioni fisiche, con gran risparmio di tempo e di costi aziendali.

Però, se in fase emergenziale tutto ciò è stato però in qualche modo "subìto" da lavoratori e aziende, è arrivato il momento di strutturare un vero e proprio processo di lavoro agile. 

È tempo per le piccole e medie aziende, supportate anche dalle recenti riforme normative in materia, di adottare strumenti e modalità specifiche per il proprio business da remoto. Usare tools gratuiti affiancandole a software di gestione delle nuove procedure lavorative smart è quello che molte aziende stanno già facendo. 

Lo smart working, a nostro avviso, è il futuro con o senza lockdown.

Una prova? Chiedete ad un lavoratore se ha voglia di passare ore nel traffico cittadino per arrivare in ufficio!


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